Condividere per risparmiare, sembra questo il motto del condomino nel Terzo Millennio. Soprattutto se è giovane e vuole vivere a impatto zero. Lo dimostrano le ultime novità in materia di trasporto, che stanno lentamente prendendo piede nelle grandi città europee e, negli ultimi mesi, anche in Italia.
Si potrebbe parlare di rivoluzione, ma non c’è una soluzione valida per tutte le compagini cittadini, semmai un filo conduttore. Tutto si lega all’amore per la domotica, che ha conquistato gli italiani, ma anche alla presenza ormai costante dell’informatica nelle nostre vite. Tutti cercano di trovare una soluzione al traffico, esplorando le nuove possibilità offerte dalla mobilità più “leggera” del car-sharing e dei monopattini, amatissimi dai ragazzi e dagli amanti dello sport.
In Italia, l’auto “comune” in condominio è in crescita. Si pensi allo sviluppo del micro car sharing, prevista dalla convenzione nazionale di Enti locali e Comuni racchiusa in ICS – Iniziativa Car Sharing, con il sostegno del Ministero dell’Ambiente. In parole povere, un progetto-pilota per sviluppare soluzioni di condivisione dell’auto che contribuiscano alla mobilità sostenibile su varia scala. Tra gli operatori certificati, è arrivato Ubeeqo – il nome la dice lunga – realtà già nota nella formula dell’auto in condivisione a postazione fissa. In questo senso, Milano sembra assomigliare sempre più a Vienna, dove il car sharing è diventato una pratica molto popolare ed apprezzata.
In pratica, già oggi i condòmini possono stipulare un contratto con un gestore di car sharing, da condividere pure con gli altri inquilini, addebitando regolarmente nelle spese condominiali a fine mese. Il costo, in media, varia dai 10 centesimi di euro ai 25 centesimi di euro di pagamento.
Trattandosi di auto elettriche, è fondamentale assicurarsi che si possa contare sulla presenza di colonnine di ricarica, sistemate in prossimità degli edifici del quartiere.
A rafforzare la tendenza, anche il web. Sta riscuotendo consensi GaaGo, piattaforma digitale che punta su veicoli in condivisione a livello condominiale, con l’obiettivo di allargare nel tempo la rosa di servizi da offrire a questo tipo di comunità.
Va sottolineato che piace molto quel senso di non possesso, quasi di libertà, legato a questo genere di mobilità. Purtroppo, è proprio questa scarsa cura dei veicoli e la loro velocissima usura che può rendere più costosa l’esperienza del car sharing, a causa i costi assicurativi.
L’altro fronte della mobilità all’avanguardia che trova spazio in condominio interessa le tavole elettriche ed i monopattini. A Parigi, Bruxelles, Oslo i monopattini elettrici sono diventati ormai uno degli strumenti di mobilità sostenibile più diffusi, utilizzati anche in ambito condominiale. Tuttavia, mentre nelle grandi città europee le municipalità si sono affrettate a definire specifici regolamenti urbani, in Italia le aziende di settore chiedono di regolamentare questa tipologia di veicoli, che allo stato si muovo in un vero e proprio vuoto normativo.
Senza andare troppo in là con la tecnologia, anche le biciclette stanno diventando sempre più un affare di condominio Nei piccoli centri del Nord la bicicletta è da sempre un veicolo assai diffuso. Ora però si vuole consentire a chi vive nello stesso condominio e nelle vicinanze di noleggiare a tempo la bicicletta, dividendo i costi a seconda degli orari di utilizzo. In molti hanno fiutato l’opportunità di business. Da segnalare che persino Uber, il gestore dei taxi privati, sta provando a promuovere questo sistema innovativo in Italia.
Finora, il bike sharing più diffuso ha trovato l’appoggio dei singoli Comuni. In futuro, potrebbe invece diventare un’attività condominiale, un servizio condiviso tra condòmini, con tanto di spese da mettere a bilancio. E se a Roma si parla ancora di “bici sospesa”, affidata alla buona volontà dei condòmini, in città come Firenze si progetta invece un servizio condominiale delle due ruote, alimentate con l’elettricità.
Per gli amministratori di condominio, non sarà comunque una passeggiata. Oltre al famoso tema dell’approvvigionamento energetico, resta un problema di fondo: le regole del parcheggio, che non cambiano se la bicicletta è di uso privato o condominiale. Regole che gli italiani, persino se si tratta di due ruote elettriche, tendono a trasgredire o, addirittura, a dimenticare.
Dr.ssa Silvia Cerioli
Ufficio Stampa A.N.AMM.I.
Condominio by Oggi – periodico Anammi